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Yone – L’esempio di vita

  • Maria Isabel Gomes de Matos
  • 7 de fev.
  • 4 min de leitura

Atualizado: 20 de fev.

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Yone era una fonte inesauribile di tenerezza e accoglienza, e padroneggiava un’arte rara:

“l’arte di ascoltare”, nel linguaggio di Rubem Alves, cioè, sapeva ascoltare e, dopo aver ascoltato, se qualcuno gli avesse chiesto un parere, avrebbe avuto sempre una parola saggia e ispirata per guidarlo.


Yone è stata un esempio di figlia, sorella, moglie, madre, amica, cittadina, secondo tante toccanti testimonianze. Quando dici questo, potrebbe sembrare qualcosa di “sacrificio”, triste. No, al contrario, per lei tutto era semplice e naturale. Era la figlia felice, la sorella confidente, la moglie appassionata e amorevole, la madre premurosa e divertente, l’amica presente, la cittadina impegnata.


Come cittadina, Yone ha lavorato nel giornalismo e nelle azioni sociali. Sempre modesta e discreta, sulla stampa, come Diana de Lyz, difese i valori familiari e cristiani, nonché come le cause dei meno fortunati; nell’azione sociale, ancora più discreta, forse seguendo quella guida di Gesù: “non sappia la tua sinistra quel che fa la destra”, quanto bene ha seminato, quanti há aiutato.


Come moglie, è stata la compagna serena e affettuosa di ogni momento, il sostegno in tutti i progetti e le sfide, ma è stata anche la musa ispiratrice del poeta Santino.


Come madre, che onore, che privilegio, che gioia essere sua figlia! Quando nacqui, mia madre stava già raggiungendo la maturità. Ma la nostra differenza d’età non è mai stata qualcosa che ho notato. La sua caratteristica è sempre stata la giovinezza. La sua energia era caratterizzata da um dinamismo permanente, da una resilienza ottimista, da positività e da buon umore.


Yone aveva una personalità che univa delicatezza e fermezza. Non l’ho mai vista alzare la voce, ma le sue parole venivano sempre ascoltate e considerate. Pretendeva molta disciplina dai suoi figli, ma con una tale dolcezza che non c’era motivo di agitarsi: obbedivamo felici. Presente in ogni aspetto della nostra vita, non ci ha mai tolto la libertà di pensare o decidere, ma, aprendoci a prospettive diverse, ha presentato la sua opinione saggia e sensata. Ci ha creati con radici solide, ma lasciando le nostre ali libere di volare, per realizzare il piano divino che ogni anima há stabilito di venire sulla terra. Questo atteggiamento, soprattutto di fronte a tutte le perdite che hanno segnato la sua vita, è stato davvero straordinario.


1975: la grande prova


La morte violenta e improvvisa del suo primogenito, Cleômenes, all’età di 30 anni, seguita 40 giorni dopo dalla morte del suo amato Santino, portò quasi Yone a soccombere. Ma, con um coraggio inaudito, a poco a poco, ancorata alla fede, passo dopo passo, le fibre del suo spirito superiore la risollevarono di nuovo.


Dopo i primi periodi di lutto e profonda tristezza, mantenendo sempre la sua indipendenza emotiva, senza ricorrere ad alcun tipo di vittimismo, si è fondata su due pilastri per questo processo di recupero: la fede – dispiegata nella preghiera e anche nell’azione, aiutando gli altri, e l’arte – trasformata in terapia.


Infatti, si dedicò con impegno ancora maggiore alle azioni sociali, intensificando in particolar modo il suo aiuto volontario all’Instituto dos Cegos do Brasil Central. Mettendosi al servizio e riuscendo ad aiutare le persone in situazioni difficili, dando spazio ai suoi sentimenti materni, il suo cuore si è rafforzato nella resilienza.


Nello stesso periodo, considerò l’arte come terapia. Era sempre stata molto abile con le mani, lavorava all’uncinetto, lavorava a maglia, ricamava e cucinava. Ma da quel momento decise di provare a dipingere. I suoi primi dipinti a olio trasmettevano tutta la tristezza delle sue perdite irreparabili. Iniziò poi a dipingere fiori, ad olio e ad acquerello. Più tardi scoprì di essere un’eccellente pittrice di porcellane. Qualche tempo dopo che le sue opere cominciarono a essere note, su richiesta di amici, aprì uno studio a casa sua e cominciò a tenere lezioni.


Così la vita continuava.


Io, che vivevo a Belo Horizonte, quanto mi mancava mia madre. Ogni volta che ero in vacanza, ogni giorno festivo, ero lì a Bernardo Guimarães, e insistevo sempre perché lei venisse a vivere vicino a me.


Tuttavia, fu solo dopo la morte di mia zia Adelina (che era restia a trasferirsi in un’altra città) che decise di provare la capitale di Minas Gerais. Avere di nuovo la presenza di mia madre vicino a me – non ho parole per descrivere questo dono.


Dobbiamo tutti essere grati alle nostre madri, perché ci hanno dato la vita. Ma la mia gratitudine trabocca di mille volte, moltiplicando quella di qualsiasi figlia. Oltre ad avermi concesso, insieme a mio padre, un’infanzia e un’adolescenza meravigliose, mia madre mi ha praticamente riportato in vita per la seconda volta, quando è venuta a vivere con me a Belo Horizonte. Confesso che non so come sarebbe stato senza di lei in quel momento della mia vita.


Ma è importante sottolineare che, sebbene il suo trasferimento a Belo Horizonte mi abbia fornito un sostegno morale e spirituale insostituibile, lei ha creato, allo stesso tempo, una nuova vita per sé stessa. E aveva 80 anni quando arrivò nella capitale!


Yone si è adattata immediatamente alla vita frenetica di Belo Horizonte. Si iscrisse all’Università della Terza Età di Fumec, che frequentò per 10 anni. Strinse molte amicizie che gli durarono fino alla fine dei suoi giorni e ricominciò a scrivere. Era sempre aggiornata sulla situazione attuale, compresi gli eventi politici e sociali. Divenne un praticante quotidiano del Tai-Chi-Chuan.


Sempre lucida, sempre serena, sempre dolce, non ho mai sentito un solo mormorio, una sola lamentela da parte sua, in tutta la sua vita. Per lei ogni giorno era un regalo di Dio. Credo sinceramente che gli esseri della quinta dimensione siano proprio come lei!


Vanitosa, senza eccessi, portava i segni del tempo, ma la sua pelle era sempre elogiata per essere così bianca e fresca, i suoi capelli erano sempre ben curati, i suoi abiti erano scelti con cura, le sue unghie ed il suo rossetto erano sempre nei toni del rosa chiaro, è invecchiata giovane, magnificamente.


Forse perché aveva un cuore amorevole e compassionevole, una mente vigile e attenta, um desiderio permanente di imparare e collaborare, posso dire con convinzione che Yone era giovane fino all’età di 92 anni, quando se n’è andata improvvisamente e dolcemente, lasciando un vuoto incolmabile nella mia anima e nostalgia eterna.


L’esempio edificante di Yone Passaglia Gomes de Matos continua a risplendere e a indicare la strada a tutti coloro che hanno avuto il privilegio di vivere con lei. Spero quindi sinceramente che il racconto della sua traiettoria, riassunto in questo spazio, possa ispirare una vita piena, coraggio e gioia a chiunque legga queste pagine.









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